Il Comitato Ricerche Associazione Pioniere e altri volontari  hanno  riunito tutto un grande patrimonio letterario di fumetti disperso in tutta Italia tra biblioteche, fondazioni e collezionisti privati, oggi è a disposizione di tutti l'intera raccolta del "Pioniere" (935 numeri usciti) , pubblicazione a fumetti promossa dall’Associazione Pionieri Italiani dal 1950 al 1974. Un importante archiviazione per leggere tutte le pagine delle riviste, con foto e documenti d'archivio. Oltre al Pioniere è reperibile anche ampio materiale su "Il Moschettiere", Il Falco Rosso", "Noi Ragazzi" e "Pattuglia". Tutto il materiale è di possibile consultazione in PDF sui siti http://www.ilpioniere.org , www.ilfalcorosso.it , www.pioniere.cloud  assolutamente no copyright, in una dimensione della condivisione e circolazione del sapere. 

Da qui nasce il C.R.A.P., associazione per la ricerca ulteriore del materiale inerente, per la conservazione della memoria e lo studio di un pezzo importante di storia italiana e per la promozione di iniziative, dibattiti, momenti editoriali e tutto ciò che possa fare riflettere su quello che eravamo e quello che siamo.

Importante allora costruire diversi centri del CRAP in Italia, al fine di offrire la più ampia e creativa opportunità di intervento ai singoli aderenti, un ventaglio di argomenti trattabili, che vanno dalla storia del fumetto, al modello educativo, alle questioni politiche, od altre possibili prospettive nate a partire dal materiale presente.

Per chiunque volesse aderire al C.R.A.P. - Tel 335 6449117 -  www.associazionepionieri.it    o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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"Fatta l'Italia, ora facciamo gli italiani", così scriveva Massimo D'Azeglio all'indomani dell'unità del paese. Un problema analogo si impose anche nel dopoguerra, quando si presentò il problema di educare generazioni di giovani che erano state plasmate prima dalla martellante propaganda fascista e poi dalla violenza e brutalità della guerra.

Una cultura fortemente impastata di autoritarismo e di cattolicesimo tradizionalista, rafforzata da un basso tenore scolastico.

Quale compito dunque si proponeva a quegli intellettuali progressisti intenti a progettare un futuro diverso? Come poteva in particolare la sinistra formare giovani generazioni all'antifascismo, alla laicità, al socialismo?

Uno strumento efficace venne allora identificato nel fumetto, letteratura fast-food già ben presente e frequentato nel ventennio con il giornaletto "Il Balilla", ma anche vessillo dei liberatori americani al pari delle chewinghum e del boogie woogie.

Nascono così, anche sull'esperienza dei partiti della sinistra europei, prima "Il Moschettiere" e poi "Il Pioniere".

Dopo un inizio autonomo dal punto di vista editoriale, i noti problemi economici della sinistra portarono "Il Pioniere" a diventare un inserto de l'Unità (in edicola il giovedì) dal 1963 al 1966. Conclusa quell'esperienza, la pubblicazione si legò a "Noi Donne", giornale dell'UDI

A misurarsi nel tempo come redazione di tale progetto per ragazzi annoveriamo importanti nomi della cultura italiana, a partire da Gianni Rodari, lo sceneggiatore Marcello Argilli, i disegnatori Raoul Verdini, Vinicio Berti, l'educatrice Ada Gobetti , Luciano Borciani e Carlo Pagliarini, rispettivamente il primo 1° Presidente dell'Afri ed il secondo 1° Presidente Api nonchè Presidente di Arci Ragazzi.

Certamente non era un compito facile gareggiare con la concorrenza del Corriere dei Piccoli, edito già dal 1908 e depositario di personaggi mitici quali Sor Pampurio, Marmittone e il "Signor Bonaventura" di Sergio Tofano, del "... Qui comincia l'avventura del Signor Bonaventura...". Ma forse ancor di più che al corriere dei Piccoli, il Pioniere dovette fronteggiare "Il Vittorioso" di robusta tradizione cattolica, forte di un mito come quello di Jacovitti. A questi eroi dei cartoon, il Pioniere replicò con Cipollino, Pif,Smeraldina, Chiodino e Atomino. In particolare gli ultimi due erano prototipi della battaglia del progresso contro l'oscurantismo.

Chiodino, una sorta di Pinocchio/Frankestein buono come il pane ed Atomino, l'espressione del nucleare usato a fin di bene e non per tenere l'intero mondo con il fiato sospeso sotto la minaccia della famigerata bomba H.

La scienza infatti era la leva privilegiata per creare tra i ragazzi la fiducia del futuro: il riscatto dalla povertà e dall'ignoranza veniva fortemente legato allo sviluppo delle conoscenze tecnologiche, meraviglia socialista del mito dell'allora Unione Sovietica, con tanto di Sputnik e di Yuri Gagarin. Non a caso a corredo delle strips venivano pubblicati ampi articoli divulgativi proprio dedicati alla scienza ed alle grandi conquiste del sapere.

Inevitabile il forte conflitto con la gerarchia vaticana, non solo per i risvolti post galileiani dell'atteggiamento della Santa Sede nei confronti della conoscenza, ma soprattutto per questa "invasione di campo" in un territori, quello dell'educazione dei fanciulli, che la chiesa riteneva di sua esclusiva competenza, una sorta di copyright sulle anime. Lo scontro fu durissimo, pagato anche con la carcerazione del redattore veneto del Pioniere accusato di orge con i minori, in realtà innocentissimi incontri a base di gasosa e fumetti.

Un'ostilità tanto più marcata da parte del mondo clericale tanto più l'Associazione Pionieri d'Italia lavorava alacremente su modelli educativi e formativi, alternativi ai circuiti degli oratori, dettando regole relazionali tra i ragazzi con un nuovo spartiacque tra il bene e il male. infatti non solo il Pioniere presentava personaggi dei fumetti portatori di cultura laica e socialista, ma nel giornale si stampavano anche veri e propri vademecum del bravo Pioniere, con canzoni, giochi, poesie: una sorta di manuale delle giovani marmotte col fazzoletto rosso al collo.

 

LA " PROMESSA  DEL PIONIERE "

 

Prometto: 

- di essere tra i primi nello studio e di aiutare i miei compagni di scuola; 

di amare e rispettare i miei genitori e di aiutare la mia famiglia nelle difficoltà della vita; 

- di organizzare attività sportive e giochi per tutti i ragazzi; 

di amare i lavoratori e di essere sempre d'aiuto agli oppressi e a coloro che più soffrono;

di salvare la pace e amare la Patria che voglio libera e felice;

 

 

Ma il Pioniere non ebbe vita facile nemmeno all'interno del PCI, dove eminenti esponenti del partito come Nilde Iotti disdegnavano il fumetto come una pseudocultura americanista degenerazione della classicità della letteratura. Leggete i "Promessi Sposi" e non i fumetti era la vulgata di quell’epoca.

Nonostante le difficoltà interne ed esterne, l'Associazione Pionieri d'Italia si espanse e si radicò in molte città del paese, fino a contare in Italia ben 180.000 aderenti.

Questa importante aggregazione giovanile va a declinare prima alla fine degli anni '60 e poi a finire nei primi degli anni '70.

Ucciso forse dall'ostilità dei suoi potenti nemici come la Chiesa degli oratori, dalle contraddizioni interne al Pci che "spese" questa realtà di cultura di base per conquistare una riforma complessiva della scuola in un compromesso non facile con la maggioranza democristiana, o magari rimasto spiazzato dalla nuova ondata delle nuove strips quali quelle di Charlie Brown e di Linus. Un mondo in così forte trasformazione forse non aveva più bisogno degli insegnamenti di Smeraldina, Chiodino, ed Atomino.

Comunque l’eredità è stata raccolta dall'Arci Ragazzi che è uno sviluppo di quel progetto educativo ideato dall'Associazione Pionieri d'Italia e dai Falchi Rossi.